L’associazione si è costituta ad Arezzo il 09 ottobre 2002. Composta da una ventina di donne di varie età e provenienza nasce con lo scopo “di incentivare e sostenere ogni attività rivolta a favorire la presenza delle donne all’interno delle istituzioni, dei partiti, dell’economia, della cultura in genere , allo scopo di realizzare appieno gli art. 3 e 51 della Costituzione Italiana”. Il nome dell’associazione, tratto dal libro omonimo di Cristine de Pizanne ( Francia 1405), racconta di come questa donna, stanca di vedere nella letteratura l’immagine della donna esaltata fino a confonderla con la vergine celeste o denigrata fino a farla coincidere con i mali e le brutture dell’inferno, decide di ristabilire l’ordine delle cose. Comincia così a raccontarci di una città governata da tre donne molto speciali: ragione, giustizia, rettitudine.
Su questi antichi valori, su questi principi etici, che sempre dovrebbero sorreggere le civiltà umane, è nato il desiderio di un gruppo di donne di veder rappresentato, nel governo delle cose, il proprio esistere, non falsamente neutro, ma com’è nell’ordine di ciò che c’è, sessuato.
Fin da subito l’associazione si è interfacciata con le associazioni e le istituzioni presenti nel territorio Aretino, allargando poi i propri contatti alle associazioni ed enti della Regione Toscana, lavorando poi con le associazioni Nazionali tra le quali UDI E FIDAPA, fino ad andare ad interfacciarsi con la Lobby Europea delle Donne a Bruxelles
Vi presentiamo un breve excursus di quello che abbiamo fatto in questi anni:
dal 2002 al 2004, in vista delle elezioni amministrative nella nostra città, abbiamo avuto incontri con tutti i partiti per sensibilizzarli ad una maggior presenza femminile nelle liste non come semplici riempitivi delle liste stesse ma come candidate “eleggibili” e contemporaneamente abbiamo prodotti vari documenti e comunicati stampa per invitare le donne a scegliere le proprie rappresentanti all’interno del partito prescelto. Nel 2004 abbiamo poi sostenuto la nascita e la partecipazione alle elezioni della Provincia di Arezzo di una lista composta di sole donne che si presentò con il nome di “Femminile Plurale”. La lista, considerata la mancanza di qualsiasi sostegno economico per poter fare un minimo di campagna elettorale nella Provincia, ottenne comunque un significativo numero di voti anche se non sufficiente per eleggere una propria rappresentante. La sola presa di parola diretta delle donne però basto da sola per far si che i partiti più sensibili al tema valorizzassero maggiormente le loro candidate facendone quindi eleggere un congruo numero in seno al consiglio provinciale.
Il 2005 è l’anno del Bilancio di genere. Assieme alla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Arezzo, della Regione Toscana partecipiamo a Firenze al Seminario “Il bilancio di genere come strumento di analisi e di partecipazione democratica alle politiche pubbliche” e poi organizziamo in Arezzo incontri con le nostre associate e simpatizzanti. Nel 2007 la commissione Europea ha definitivamente riconosciuto il Bilancio di genere quale strumento di Governo raccomandandolo agli stati membri e richiamandolo nella “Roadmap per la parità tra donne e uomini 2006-2010” . Ad oggi di quel dibattito e di quelle raccomandazioni possiamo trovare traccia nei vari bilanci sociali di imprese e associazioni come capitolo che dà nota al massimo delle politiche di parità che quell’ente pone alla base della sua azione economica o sociale.
Il 2007 ci vede impegnate, ad inizio anno, in Palestina a fianco della CPO di Arezzo ed altre associazioni nel progetto “Non più sole” Il progetto nasce dall’incontro promosso da più associazioni sul tema “conflitto Israele e Palestina: quale spazio di dialogo tra donne in guerra” e si conclude con una serie di incontri dove le partecipanti che hanno seguito il progetto relazionano sulle condizioni delle donne Palestinesi e dell’educazione dei bambini nella striscia di Gaza. Sul finire dell’anno aderiamo alla campagna nazionale dell’UDI “50 e 50 ovunque si decide”. Organizziamo quindi delle iniziative nei vari comuni della provincia ed assieme alla CPO ci occupiamo della raccolta firme per il deposito del disegno di legge in Parlamento.
Il 2008 è principalmente dedicato all’immagine della donna nella pubblicità. Denunciamo con comunicati stampa la presenza nella nostra città di cartelloni pubblicitari che offendono la dignità della donna trasformandola in manichini privi di dignità. Inviamo richieste al sindaco affinché faccia rimuovere i cartelloni dove l’immagini della donna è rappresentata da stereotipi ed immagini degradanti. Partecipiamo assieme alla Rete Toscana Donne alla creazione del premio “Dimmi donna” per la promozione delle buone pratiche nella comunicazione di genere e nell’accessibilità.
Nel 2009 collaboriamo al reperimento di materiale per la pubblicazione fatta dalla CPO della Provincia di Arezzo e dall’assessorato alla cultura “A proposito di donne”. Con il materiale fotografico raccolto oltre il libro è stata allestita anche una mostra per dare testimonianza del lungo impegno delle donne nel 900 e sempre nello stesso anno collaboriamo al Domina Donna dal titolo “ Io quella donna la voterei”. In quella edizione venivano segnalate le donne che si erano distinte nella società e dalle quali ci sentivamo rappresentate. Erano escluse le donne già elette o comunque impegnate in attività di partito per evitare campagne elettorali improprie e dare invece spazio e voce a donne fuori dal circuito dei partiti. Sempre in quell’anno partecipiamo alla campagna nazionale dell’UDI “Staffetta di donne contro la violenza sulle donne” con incontri e interventi pubblici in particolare in occasione del 25 novembre 2009 giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Dal 2010 ad oggi, a seguito anche del mutato panorama politico culturale della nostra città, l’associazione ha diminuito le sue iniziative continuando comunque a collaborare a quelle di altri soggetti. Abbiamo sempre partecipato alle giornate contro la violenza alle donne a fianco del Pronto Donna, abbiamo sostenuto le iniziative di Chimera arcobaleno per la genitorialità omosessuale, abbiamo continuato a sostenere le candidate che si riconoscono nei nostri principi.
Nel 2020 abbiamo rinnovato lo statuto così come richiesto dalle norme del terzo settore ampliando l’oggetto sociale anche ad altri temi. Oggi infatti oltre ai temi di cui ci siamo sempre occupate ci stiamo interrogando per esempio su come “vivere la terza età con signorilità” Ci occupiamo quindi di capire quali nuovi spazi abitativi ideali ma anche concreti creare per vivere con serenità e non in solitudine questi nuovi anni. Il covid ci ha fermato da una parte e nello stesso tempo ha dato ancora più senso al nostro interrogarci
Ma questa è una storia tutta da scrivere di cui vi racconteremo poi